Cardiopatie Genetiche
La notevole diffusione delle cardiopatie congenite nei cani ha portato ad un grande interesse nei confronti di queste da parte di molti cardiologi veterinari, biologi anatomo-patologi e genetisti.
I primi studi di carattere genetico, epidemiologico, anatomico e clinico sulle cardiopatie congenite del cane risalgono al 1976 (Patterson).
Esaminando la letteratura scientifica in materia e gli archivi clinici di alcuni centri specialistici Italiani, Europei e Nordamericani, appare evidente una consistente incidenza di un numero piuttosto esiguo di cardiopatie congenite semplici spesso confinate in alcune razze. Questo primo riscontro ha indicato fin dall'inizio il carattere ereditario della maggior parte di queste malattie. Alcune cardiopatie congenite complesse, più frequentemente identificate nell'uomo e nel gatto, sono di rarissimo riscontro nel cane e non sembra abbiano una reale predisposizione di razza.
Queste cardiopatie presenti alla nascita possono derivare da alterazioni cromosomiche occasionali, da infezioni virali intrauterine o sono conseguenti ad un effetto teratogeno da farmaci.
Nell'ambito delle cardiopatie congenite solo quelle ereditate rivestono un interesse di studio. Oltre alle cardiopatie congenite ereditarie esistono altre malattie cardiovascolari con predisposizione di razza e sulle quali sono in corso studi clinici epidemiologici e genetici atti a dimostrarne l'ereditarietà; tali cardiopatie non sono congenite, e insorgono infatti nell'età adulta o anche in giovane età, ma sempre dopo la nascita.
In alcune razze canine l'incidenza di tali cardiopatie ereditarie è nettamente superiore a quella che si riscontra nell'uomo o in qualsiasi altra specie di mammiferi; pertanto lo studio delle cardiopatie ereditarie del cane rappresenta un importante campo di ricerca per lo studio della cardiologia comparata.
Dai dati provenienti da vari centri cardiologici dove vengono eseguiti protocolli diagnostici attendibili è possibile desumere che la predisposizione delle singole razze per determinate cardiopatie ereditarie è uguale in tutto il mondo; vi sono solo alcune differenze in termini di percentuale di incidenza in alcune razze tra quei paesi tra i quali non vi sono stati per lungo tempo scambi di genealogie.
I dati riguardanti il nostro paese sono sovrapponibili a quelli di quasi tutto il resto d'Europa.
Tra le cardiopatie congenite, quelle di gran lunga più frequenti e che si riscontrano in un gruppo ristretto di razze sono la stenosi subaortica, la stenosi polmonare, la persistenza del dotto arterioso di Botallo e la displasia della tricuspide.
In Italia durante il periodo dal 1992 al 1999 è stata eseguita un'indagine clinica-epidemiologica dal Dott. Bussadori in collaborazione con l'Istituto di Clinica Medica della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'università di Parma e il Boxer Club d'Italia su una popolazione di 500 Boxer asintomatici.
Questo studio (JVC) ha dimostrato un'incidenza di cardiopatie congenite in questa razza del 17,8%; tali cardiopatie erano rappresentate solamente da stenosi subaortica, stenosi polmonare o dalle due forme associate.
I risultati di questo studio e le metodiche in esso utilizzate hanno costituito i presupposti del sistema di controllo delle cardiopatie congenite messo in atto dal Boxer Club d'Italia e da alcuni altri Boxer Club d'Europa.
(Fonte FSA)
Cardiopatie congenite ereditarie
Stenosi subaortica
Stenosi polmonare
Displasia della tricuspide
Veterinari abilitati FSA
Veterinari abilitati OVIC
La notevole diffusione delle cardiopatie congenite nei cani ha portato ad un grande interesse nei confronti di queste da parte di molti cardiologi veterinari, biologi anatomo-patologi e genetisti.
I primi studi di carattere genetico, epidemiologico, anatomico e clinico sulle cardiopatie congenite del cane risalgono al 1976 (Patterson).
Esaminando la letteratura scientifica in materia e gli archivi clinici di alcuni centri specialistici Italiani, Europei e Nordamericani, appare evidente una consistente incidenza di un numero piuttosto esiguo di cardiopatie congenite semplici spesso confinate in alcune razze. Questo primo riscontro ha indicato fin dall'inizio il carattere ereditario della maggior parte di queste malattie. Alcune cardiopatie congenite complesse, più frequentemente identificate nell'uomo e nel gatto, sono di rarissimo riscontro nel cane e non sembra abbiano una reale predisposizione di razza.
Queste cardiopatie presenti alla nascita possono derivare da alterazioni cromosomiche occasionali, da infezioni virali intrauterine o sono conseguenti ad un effetto teratogeno da farmaci.
Nell'ambito delle cardiopatie congenite solo quelle ereditate rivestono un interesse di studio. Oltre alle cardiopatie congenite ereditarie esistono altre malattie cardiovascolari con predisposizione di razza e sulle quali sono in corso studi clinici epidemiologici e genetici atti a dimostrarne l'ereditarietà; tali cardiopatie non sono congenite, e insorgono infatti nell'età adulta o anche in giovane età, ma sempre dopo la nascita.
In alcune razze canine l'incidenza di tali cardiopatie ereditarie è nettamente superiore a quella che si riscontra nell'uomo o in qualsiasi altra specie di mammiferi; pertanto lo studio delle cardiopatie ereditarie del cane rappresenta un importante campo di ricerca per lo studio della cardiologia comparata.
Dai dati provenienti da vari centri cardiologici dove vengono eseguiti protocolli diagnostici attendibili è possibile desumere che la predisposizione delle singole razze per determinate cardiopatie ereditarie è uguale in tutto il mondo; vi sono solo alcune differenze in termini di percentuale di incidenza in alcune razze tra quei paesi tra i quali non vi sono stati per lungo tempo scambi di genealogie.
I dati riguardanti il nostro paese sono sovrapponibili a quelli di quasi tutto il resto d'Europa.
Tra le cardiopatie congenite, quelle di gran lunga più frequenti e che si riscontrano in un gruppo ristretto di razze sono la stenosi subaortica, la stenosi polmonare, la persistenza del dotto arterioso di Botallo e la displasia della tricuspide.
In Italia durante il periodo dal 1992 al 1999 è stata eseguita un'indagine clinica-epidemiologica dal Dott. Bussadori in collaborazione con l'Istituto di Clinica Medica della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'università di Parma e il Boxer Club d'Italia su una popolazione di 500 Boxer asintomatici.
Questo studio (JVC) ha dimostrato un'incidenza di cardiopatie congenite in questa razza del 17,8%; tali cardiopatie erano rappresentate solamente da stenosi subaortica, stenosi polmonare o dalle due forme associate.
I risultati di questo studio e le metodiche in esso utilizzate hanno costituito i presupposti del sistema di controllo delle cardiopatie congenite messo in atto dal Boxer Club d'Italia e da alcuni altri Boxer Club d'Europa.
(Fonte FSA)
Cardiopatie congenite ereditarie
Stenosi subaortica
Stenosi polmonare
Displasia della tricuspide
Veterinari abilitati FSA
Veterinari abilitati OVIC